Amore
Dipendenza affettiva: come si esprime e come uscirne
Nel corso degli ultimi articoli abbiamo parlato di dipendenza affettiva, cercando di fornire una definizione semplice ed adeguata di questa patologia, ma anche portando avanti le teorie di studiosi come Bowlby secondo cui la dipendenza ha le sue radici nelle varie situazioni familiari pregresse.
Tuttavia, per aiutare chi sta vivendo una particolare condizione di dipendenza a capire se realmente si tratti di dipendenza affettiva o di una temporanea quanto guaribile situazione di insicurezza, è bene cercare di spiegare in che modo essa si esprime, analizzando le diverse modalità di attaccamento e simbiosi con l’altro.
Abbiamo spiegato che la dipendenza affettiva si esprime come una sorta di negazione di se stessi di fronte all’altro: ci si sente sereni quando si vive in simbiosi con il partner, da cui ci si sente accolti e tollerati, ma questa serenità non è mai definitiva perché essa dipende dalle continue conferme che chiediamo – e spesso, almeno inizialmente – otteniamo da chi abbiamo accanto. Questo naturalmente significa che siamo perennemente in lotta con noi stessi (o contro noi stessi) per riaffermare la nostra dipendenza all’interno del rapporto: è una lotta continua, che non ha mai fine ma tende, anzi, ad aumentare in maniera esponenziale, a mano a mano che la nostra insicurezza cresce.
Quando non riusciamo ad ottenere le conferme che continuamente chiediamo al partner e di cui ci nutriamo, ecco che si verificano due situazioni: da un lato, tendiamo a prendere decisioni accomodanti – che farebbero felice solo il partner – pur di indurlo a non lasciarci (ricordiamo che la paura dell’abbandono e l’ansia della separazione è uno dei problemi principali di chi soffre di dipendenza affettiva) mentre dall’altro ci sentiamo completamente annientati quando perdiamo il controllo del rapporto e ci rendiamo conto che stiamo seriamente rischiando di perdere la persona che amiamo e da cui siamo dipendenti.

