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Trovare la rima giusta: ecco il sito che fa per te!

rimarioQuante volte vi siete ritrovati a voler scrivere una lettera, una poesia, magari d’amore, e a cercare la giusta rima? Quante parole fanno rima con Ermenegildo (il vostro amato potrebbe chiamarsi così)? Come si fa a trovare la parola giusta?

In aiuto ci vengono tantissimi siti online per trovare le rime giuste. Basta scrivere la parola che ci interessa, premere invio, e attendere. È pur vero che i risultati spesso sono tantissimi, ma vi assicuro che basta dare un’occhiata veloce per trovare subito la parola giusta e soprattutto per avere nuove idee. Usiamo pochissime parole, rispetto a quelle che sono presenti nel vocabolario italiano, e allora perché non cercare di usare qualche termine più ricercato, più aulico? Se dovete scrivere un poema alla vostra fidanzata, sarà bene non trovare una rima con ‘cosa’, ma bensì con ‘soave’, ‘miraggio’, ‘ambivalente’… e così via.

Dobbiamo però fare una precisazione: questi siti non sempre sono super-precisi, dato che un computer non conosce la differenza fra accento tonico e atono, soprattutto in italiano: e allora potrebbe darsi il caso che le rime non siano proprio esatte. D’altro canto, anche un assonanza ha un suo perché, e rende più bella la poesia! Non dimentichiamoci che esistono pur sempre le licenze poetiche, e che ogni vostro presunto ‘errore’ potrà essere spiegato come una forma più ricercata di una certa parola (es. tristo per triste).

Il rimario però non è un’invenzione moderna. Lo si definisce come un’opera lessicografica affine ai comuni dizionari, dai quali si distingue per la particolarità dell’ordine in cui sono esposti i lemmi. In esso, come si può facilmente vedere sfogliandone uno, le voci di dizionario sono esposte in base alla stringa che inizia con la vocale tonica e finisce con l’ultimo carattere della parola.

Esistono rimari cosiddetti “chiusi”, quando raccolgono le rime di una singola opera poetica o di un singolo autore: esistono ad esempi rimari di Dante e di Virgilio, lo sapevate? Si dicono aperti, invece, i rimari di un intero sistema linguistico, come l’italiano, il francese, l’inglese, etc.

Nei rimari moderni, le parole sono raggruppate in base alla terminazione. Ma a chi o a cosa servono i rimari? Si tratta di un utilissimo “ferro del mestiere” per chi vuole lavorare con le parole (“poeti, parolieri, cantautori, pubblicitari, parodisti”, o figure simili). Abbiamo rimari chiusi di autori importantissimi della letteratura italiana, come Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Ludovico Ariosto che, in passato, erano considerati ausili sufficienti alla versificazione in rima.

Alcuni esempi di rimari sono i seguenti (fonte Wikipedia):

  • Uc Faidit, Donatz proensals (“Elio Donato|Donato]] provenzale”), 1243 ca., un’imitazione occitana del grammatico latino Elio Donato: rimario e dizionario latino–occitano dedicato agli italiani.
  • Fulvio Pellegrino Morato, Rimario di tutte le cadentie di Dante e Petrarca, 1528.
  • Girolamo Ruscelli, Rimario, XVI secolo.
  • Tommaso Stigliani, Arte del verso italiano, Roma, Del Verme, 1658.

Se volete saperne di più in generale sui rimari, potete leggere l’ottimo articolo di Francesco Crifò sull’Enciclopedia Treccani. Che ne dite, volete diventare anche voi degli ottimi versificatori? Non esitate, magari in voi alberga un poeta d’altri tempi!

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