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Avviare un’attività: primi passi per la libera professione
Avviare un’attività non è impresa semplice. Le domande sono tante, soprattutto se non si è esperti in materia. Le complicazioni sorgono – in maniera particolare – se non si ha idea di cosa comporti la fase di start up, sugli adempimenti che riguardano l’apertura della partita IVA e su tutte le imposte dovute per l’iscrizione a un particolare ordine professionale.
Aprire la partita IVA
Il primo passo da compiere è quello di iniziare a pensare di aprire una partita IVA. Per prima cosa, occorre scegliere il codice corrispondente all’attività che si svolge, identificato dal codice ateco ISTAT. La scelta, oltre a inquadrare l’attività svolta, è necessaria per l’applicazione dei singoli studi di settore e per determinare il regime contributivo INPS.

Quest’ultimo, in particolare, si riferisce al codice ateco per stabilire se la gestione INPS dei redditi corrisponde a redditi d’impresa o a redditi da lavoratore autonomo. Per questa ragione, è sempre bene informarsi sulla contribuzione prevista ai fini previdenziali direttamente presso una sede INPS, in modo da evitare amare sorprese.
La scelta del regime fiscale nel quale rientra l’attività va indicata nel modulo di apertura della partita IVA AA/7 o AA/9, scaricabili sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Come secondo step, occorre informare l’Agenzia delle Entrate con una Dichiarazione di inizio attività, entro 30 giorni dal suo inizio. Portati a termine questi passi, viene attribuito il numero di partita IVA. Ulteriore aspetto da prendere in considerazione, la possibilità di accedere al regime dei contribuenti minimi al posto del regime ordinario.
Conto fiscale e altri dati necessari
Unitamente all’attribuzione del numero di partita IVA, si attribuisce il conto fiscale al quale riferirsi per il versamento delle imposte. L’attività si considera avviata al primo movimento sul conto, sia attivo sia in passivo, finalizzati all’esercizio dell’attività lavorativa.
I dati da indicare sul modello d’inizio attività sono i dati d’inizio, il volume d’affari presunto e il domicilio fiscale. La dichiarazione dovrà contenere inoltre la sede di svolgimento dell’attività e le scritture contabili. L’IVA può essere corrisposta con cadenza mensile o trimestrale, purché non si superi il volume d’affari di € 309.874,14. In sintesi, coloro che decidano di avviare un’attività sono tenuti al versamento dell’Irpef, dell’IVA, dell’Irap (nel caso siate soggetti), gli addizionali regionali o comunali e l’INPS. Sarà inoltre necessario tenere la contabilità e presentare la dichiarazione dei redditi adeguata.
Quali moduli compilare
Il modulo deve essere completo di tutti i dati aggiuntivi che diventano necessari all’atto dell’attribuzione della partita IVA. Tali dati sono indispensabili in caso di controlli automatizzati e per l’individuazione degli elementi di rischio. Da aggiungere, quindi, il numero di telefono, il fax, l’indirizzo e-mail e quello del proprio sito web, i dati catastali relativi all’immobile che ospita l’attività, accompagnati dagli estremi del contratto di locazione o comodato, nonché l’ammontare degli acquisti e delle cessioni effettuate nell’ambito UE. Inoltre, è necessario indicare i codici fiscali dei soci, le quote di partecipazione nel caso di società di persone, o Srl con meno di 10 soci.
Non è necessario che il professionista sia iscritto all’INAIL, così come non è necessario comunicare l’inizio dell’attività alla Camera di Commercio. Per quanto riguarda la posizione previdenziale, il professionista deve necessariamente iscriversi alla Cassa di Previdenza – laddove esista per quella determinata professione – oppure alla gestione separata INPS o al proprio ordine di appartenenza.
