Allattamento al seno: salute del bambino e prevenzione cancro al seno

E’ risaputo: l’allattamento al seno è fondamentale, in quanto non è solo fonte di una nutrizione completa, motore di un sano sviluppo e di un’adeguata crescita, ma è anche una protezione naturale per l’organismo e la salute del bambino, che è meno soggetto all’insorgenza di malattie.

Il latte materno, inoltre, aiuta i bambini a non soffrire di stipsi e ad essere immuni anche da eventuali influenze di cui può ammalarsi la mamma, proprio perché, attraverso il latte, vengono trasmessi ai nostri piccoli i virus in incubazione nel nostro organismo, ma anche gli anticorpi. Fino al quinto mese di età, periodo in cui si introducono le prime pappine per la prima fase dello svezzamento, l’unica fonte di sostentamento per i nostri pargoli è proprio il latte, ma, al di là degli aspetti finora elencati e dei vantaggi anche di ordine economico, alcune donne scelgono (purtroppo!) di non allattare naturalmente i propri figli, ricacciando indietro la montata lattea con l’assunzione di specifici medicinali.

Quello che, forse, queste mamme non sanno è che, così facendo, non solo privano i loro bambini di un nutrimento unico, insostituibile (e gratuito) e di uno schermo naturale contro le malattie, ma mettono a rischio anche se stesse. E’ scientificamente provato, infatti, che l’allattamento al seno, oltre ad essere un momento di profonda unione con il proprio piccolo, fa bene anche alle donne, poiché protegge da diverse malattie, come dimostrato da uno studio condotto dall’Harvard Medical School e dall Pittsburgh University e pubblicato da Obstetrics and Gynecology.

L’allattamento al seno aiuta a prevenire almeno 5 malattie, ovvero:

• cancro al seno;
• ipertensione;
• cancro dell’ovaio premenopausa;
• infarto;
• diabete di tipo 2

Innegabili anche i vantaggi per la riduzione dei costi sanitari. I ricercatori hanno documentato: “Secondo le nostre simulazioni se il 90% delle mamme allattasse al seno per un anno dopo ogni nascita, si avrebbero negli Usa 53mila casi in meno l’anno di ipertensione, quasi 14mila attacchi cardiaci e 5mila tumori al seno in meno. Questo equivale a un risparmio di 869 milioni di dollari di costi diretti per la sanità e 14 miliardi di dollari in costi indiretti per la società“.